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giancarlo

FANTINI

01.06.2021 ::: Personale a Premosello Chiovenda

La mia esposizione presso i locali del Circolo Acli di Colloro di Premosello Chiovenda è senza scadenza.
L’apertura della mostra ha coinciso con la riapertura del ristorante dopo il blocco imposto dalla pandemia.
In questo caso gli orari di visita coincidono con quelli dell’apertura della cucina che è autogestita dai Soci.

01.06.2021 ::: Personale ad Ameno (NO)

Fino alla fine del mese di giugno una ventina di mie opere sono esposte nella sala del ristorante Monte Oro ad Ameno (NO).
Tale evento fa parte di una più consistente presenza dei soci di ArteAdAronA i quali a turno e con cadenza bimensile sono ospiti del suddetto ristorante.
La visita è possibile ovviamente durante gli orari di apertura della cucina e, soprattutto, della sala.

30.08.2019 ::: Niente è come sembra

“NIENTE è COME SEMBRA” è stato prima di tutto il titolo di un corso sul colore che ho tenuto nel 2018 a due classi di studentesse della Repubblica Ceka della scuola di giardinaggio di Litomysl con la quale iniziai un gemellaggio nel febbraio dell’89, quando ancora c’era il muro.
Nell’ultimo anno scolastico ho riproposto il medesimo corso all’UNI 3 di Arona, con scarso successo di pubblico, a causa della scarsa pubblicità .
In queste lezioni ho dimostrato concretamente come spesso ciò che vediamo e, peggio ancora, ciò che cerchiamo di riprodurre sulla carta, sulla tela o su un muro, sia il risultato di una somma di conoscenze per cui ognuno di noi, secondo la propria storia e cultura, cui si aggiunge una maggiore o minore sensibilità, “vede” oggetti, luoghi, persone in maniera differente. A volte molto differente.
Senza però ripetere qui tutti gli esempi e i giochini che dimostrano la varietà delle “illusioni”, mi limito ad un esempio, di solito uno dei primi che faccio: se al centro di un foglio bianco e su uno nero di medesime dimensioni si incollano due quadratini di colore opposto, ma anch’essi della stessa dimensione, qualunque osservatore che non abbia seri problemi di vista, noterà che i due quadratini appaiono di dimensioni diverse…
Solo la conoscenza di una serie di fenomeni fisici, chimici e ottici ci può spiegare tutto ciò: quindi, se ci si vuole accingere a giocare coi colori, sarebbe il caso di studiare, e non poco. Cosa che il sottoscritto sta facendo e da anni.
Naturalmente il “niente è come sembra” si può applicare a molte altre situazioni della nostra esistenza e della Storia e su ciò non mi dilungo qui e ora: i miei molteplici interessi me ne danno certezze quasi quotidiane, ma sarà in altre sedi che potrei dare altra testimonianza.
In questa ultima personale, mi preme infine sottolineare come nel mio osservare continuo gli stessi soggetti dipinti a distanza di anni cambino alcuni caratteri e alcuni colori, proprio perché sono sempre più convinto che non ci può essere forma senza colore e che “il nero non esiste”.

03.06.2013 ::: Art Fair, Hong Kong

“Un altro inverno” del 2011, “C’è un posto per ogni cosa” del 2012, “Un metro quadro di lago” e “Autoritratto in blu” del 2007 sono le opere del pittore Giancarlo Fantini, che dal 18 al 25 maggio sono esposte alla mostra mondiale “Art Fair” di Hong Kong, la più importante esposizione annuale di arte contemporanea di tutta l’Asia. La proposta di esporre in Oriente è arrivata all’artista da un gallerista di Milano, che ha apprezzato particolarmente la sua produzione pittorica; così il professor Fantini sarà uno dei soli 8 italiani a godere di questo ambito privilegio. […]
fonte OssolaNews.it
Per maggiori informazioni si può visitare il sito www.arting159.com curatrice dell’evento.

04.08.2012 ::: Dal registro dei visitatori. Personale Agosto 2012

– Una festa di colori.
– Un amore di Natura.
– Quel cercare che è già di per sé un trovare.
– Parli come un poeta.
– Viaggio incantevole.
– Come sempre le tue opere fanno viaggiare con la mente.
– Natura, paesaggio, arte: riesci a farci apprezzare con maturità artistica due componenti fondamentali del nostro essere che purtroppo spesso ignoriamo e disprezziamo.
– Le sensazioni migliori si hanno quando ti senti parte del quadro, sei dentro senza apparire, ma sei presente e vivi nel suo interno.
– Le parole sono povere per descrivere le impressioni suscitate dai colori e dalla “passione” impressa nei dipinti! Si legge il desiderio (a volte non soddisfatto per l’artista) di divenire un tutt’uno con quanto dipinge.
– Che la tristezza del nostro tempo si trasformi in gioia e promozione dell’amore universale e che i colori messi sulla tela siano nutrimento per lo spirito. Un abbraccio di luce.
– Grazie per aver svelato a noi visitatori i tuoi tesori interiori che ci portano a scoprire le bellezze della Natura e le sensazioni fugaci degli ambienti che hai dipinto.
– Un fantastico viaggio nel colore e nella memoria di momenti e luoghi diversi.
– In queste opere c’è il cuore della Natura.
– Una tempesta di colori ed emozioni “per il corpo e per lo spirito”.
– Pensavo che solo il “vero” mi emozionasse così dentro.
– E’ un’arte sognante e che fa sognare.
– E’ emozione pura. Sei riuscito a trasformare un luogo freddo e impersonale in un mondo incantato e pieno di amore per la vita.
– Grazie per un momento di serena contemplazione.
– Ho visto le doti nascoste di un uomo sincero e appassionato della natura.

04.08.2012 ::: Dal registro delle firme ... Roma 2011

::: “ogni artista regala parti di sè”
::: “me encantò la pintura de los arboles blancos en invierno !”
::: “il tappeto di fiori è stupendo”
::: “…seduta su duri assi di legno, il tappeto di fiori accanto; mentre fuori piove, albe, tramonti e nebbie si susseguono con giochi di colore su acque stagnanti e tumultuose. Alle spalle il “grido” di Orff incombe e due occhi, voragini tra le nuvole, osservano le onde andare e venire. Ma in mezzo a tanta bellezza echeggia l’ululato di un lupo solitario e triste e traspare un moto di rigidità interiore. La vita è la cosa più bella che hai, lascia che scivoli dolcemente tra le dita come sabbia calda. E allora che l’opera sarà completa e finalmente libera”
::: e, di proposito, non ho riportato le scritte nelle altre lingue, chè anche la migliore delle traduzioni non rende mai ciò che gli “stranieri” hanno voluto lasciare sulla carta

13.08.2011 ::: Il viaggio continua ...

::: Dal discorso d’inaugurazione di Giancarlo Fantini
Arona, 13 agosto 2011

Non è casuale il titolo scelto per presentare il lavoro prodotto in questo anno che ci separa dalla precedente esposizione: ormai so da tempo che nulla succede per caso, ma il tema del viaggio, del cammino che ognuno di noi ha da percorrere in questa vita sta diventando davvero una costante del mio fare arte.
Anche se nei mesi appena trascorsi le occasioni di mettermi in movimento sono state inferiori rispetto alla mia media, in realtà sono spesso in movimento: non occorre sempre l’auto o il treno, bastano gli occhi e gli altri sensi, la mente, a qualcuno le ali.
Certo cambiano le distanze, i tempi di percorrenza, le mete …
Ma i concetti di tempo e di spazio sono sempre più relativi: sono convinto che più importante di tutto sia il vivere qui e ora.
E lo sarà anche per il visitatore.
Non ho più dubbi, anche se le certezze scemano quotidianamente.
E ho imparato che, almeno per quanto mi riguarda, forse non è il caso di chiedersi sempre perché.
Avrei voluto dipingere di più, avrei voluto produrre altri materiali, magari già anticipati a qualcuno, avrei voluto presentare altri lavori esposti altrove…
Sono ciò che si vede in questa sala.
Sarò ciò che il tempo e lo spazio mi consentiranno di essere al prossimo appuntamento. Condivido con voi, ciò che mi hanno scritto dopo la mostra precedente: “l’arte è la suprema manifestazione della potenza dell’uomo ed è concessa a rari eletti”,
“l’espressione e la forma della passione sublimata della ricerca della bellezza e della perfezione di Dio, una tensione che spinge l’artista alla conoscenza del divino o alla sua negazione e può spingere alla follia … perché nulla può essere eguagliato alla bellezza del creato e l’artista esige per sé la perfezione”.
“Di un artista se ne parla, in bene o in male, ma se ne parla. Solo che non tutti hanno la capacità di valutare che egli è anche qualcuno che esterna sé stesso legandosi senza limiti o ritegno a ciò che produce e per farlo ci vuole solo coraggio. Un coraggio che paradossalmente però viene confuso con l’eccentricità o la vanità”.
“Fare arte è far l’amore con l’universo stesso; uno sprigionarsi di idee, materializzate da menti ispirate da un’idea superiore. Un attimo, un solo istante e nella mente dell’artista il miracolo prende forma. L’esperienza artistica è così prossima a quella sessuale, alle sue pene e ai suoi piaceri che i due fenomeni non sono in realtà che forme diverse di una identica brama e beatitudine”.

“Se per percepire la bellezza di un fiore dovessi recuperare parti di te nascoste dietro a traumi, allora la bellezza di quel fiore sarebbe tale da farti male, tanto male quanto è sepolta la tua anima e tanto male quanto è bello il fiore. Il dolore della sua bellezza non può che far risorgere”. Di proposito le frasi precedenti sono virgolettate. Non le ho scritte io, ma potrei farle mie. Di sicuro so che mi è capitato in questo tempo appena trascorso di avere dei brividi dopo aver osservato con una lente di ingrandimento ciò che era nascosto tra certe pennellate; così come mi è successo di commuovermi la notte in cui, terminato un dipinto, ho avuto la sensazione di esserci dentro; mi ha pure preso l’ansia quando mi sono ritrovato in un luogo mai visto, ma dove ero già stato e ho sentito il bisogno di dipingerlo …
Recentemente poi, grazie al tetto trasparente del mio studio, ho avuto l’opportunità di dipingere un temporale mentre sopra di noi il temporale c’era davvero: non mi sono bagnato, perché riparato e protetto, ma “ero” nel temporale, senza paure,
con la necessità unica di fissare sulla tela le gocce d’acqua, le correnti d’aria, i suoni. E scoprire i limiti di una tela, come quel temporale che poi passa e torna il sole o, magari, l’arcobaleno. Ho usato soprattutto l’indaco in questi cieli e in questi momenti … ma appartengo al blu, il colore della lontananza.
E mi capita di sentire spesso “der ferne klang”, il suono lontano.
“Tutto può ispirare e, potenzialmente, l’ispirazione è ovunque. Attenzione però: non si cerca, ma si incontra, e bisogna lasciarsi travolgere” (Daniel Libeskind)

05.06.2011 ::: La mia arte

Fin da bambino sono sempre stato attirato dai colori. E per la materia di cui è fatta ogni cosa.
Ho avuto la fortuna di avere un padre e uno zio, “lo” zio, con la stessa passione, ma, entrambi cresciuti in un ambiente famigliare e sociale che ha impedito loro di esprimersi al meglio e, soprattutto, di “mostrarsi”.
Alle elementari il mio maestro si stupiva che fossi l’unico bambino che usava il bianco, tra i pastelli, che pochi mi erano consentiti da banali ragioni economiche.
Alle medie ho avuto la ventura di avere un professore di artistica matto ma che mi ha insegnato “tutto”.
All’istituto agrario non eccellevo nel disegno tecnico, ma quando la prof all’ultima tavola ci ha detto di progettare un monumento, è rimasta a bocca aperta.
Crescendo ho iniziato a girare sempre con la macchina fotografica a portata di mano…
Già negli anni dell’infanzia e dell’adolescenza poi ho iniziato a partecipare a concorsi vari, portando a casa medaglie e diplomi.
Arrivati i figli ho fatto il papà a tempo pieno, rinunciando, per mancanza di tempo e di spazio a creare. Per 10 anni, nel momento in cui si vendeva di tutto. E quando dico tutto penso in senso spregiativo!
16 anni fa, una vacanza in Abruzzo: ho visto cose che non pensavo esistessero in Italia, poi, all’ultimo giorno, passiamo davanti ad una galleria dove si esponevano paesaggi……….entro e mi viene un moto di stizza nel vedere come si potessero rovinare quelle meraviglie del creato.
“potrei fare di meglio”!
Tornato a casa riprendo gli attrezzi custoditi in cantina e realizzo 15 tele in 15 giorni con soggetti abruzzesi, come se il tempo non fosse passato, anzi con la capacità di fare davvero meglio di prima.
E siccome qualcuno se ne accorge e mi chiede di esporre, decido di smettere di reprimere il bisogno ed inizio ad arricchire il curriculum.
Da allora è stato un susseguirsi di eventi e di occasioni espositive, a volte a seguito di inviti ricevuti, più spesso fortemente cercate e volute.
Nel 2003 ho fondato l’associazione ArteAdAronA, per dare ad un po’ di gente la possibilità di esporre in gruppo, laddove era sempre più difficile farlo per il singolo.
Ho quindi realizzato un sogno, nell’estate del 2009: coi miei figli ho restaurato un vecchio cinema abbandonato e devastato da tempo, trasformandolo in uno spazio espositivo di 400 metri quadri, il più ampio della provincia di Novara e la mia associazione lo avrà in comodato d’uso per 7 anni !
In diverse occasioni ho accompagnato le mie personali con un manifesto narrante l’evoluzione del mio fare arte: sono tutti conservati in archivio ed hanno solo il limite di dover essere riletti contestualizzando il momento in cui sono stati concepiti.
Qui, ora, dirò non cosa è il mio pensiero attuale, ma come arrivo a realizzare un’opera: dirò di come lavoro sulle tele, riservandomi in seguito, di raccontare il resto della mia produzione che è e sempre più sarà fatta anche di altre tecniche, di altri materiali, di altre idee.
Voglio vivere, nel tempo che avrò, in modo sempre più “artistico”, ma per che ciò accada, devo prima liberarmi di una serie di incombenze, prima fra tutte il mestiere di professore di botanica ed ecologia, che mi prende una parte considerevole della settimana e di energie: dicono che sono un bravo prof, qualcuno comincia a dire pure che sono un Maestro. E sto iniziando a crederci anch’io.
La gran parte dei miei lavori su tela è fatta a partire da una foto: dovendo, come già detto, procurarmi in altro modo la “pagnotta”, non ho il tempo per dipingere sul posto e la macchina fotografica diventa quindi, soprattutto, uno strumento per la memoria.
In realtà, quando vedo un luogo o un soggetto che mi “intriga” o “attizza”, nella mia memoria fotografica già vedo cosa potrà diventare la mia trasposizione sulla tela, magari anche dopo qualche anno.
Dopodichè, siccome le stampe hanno tutte la stessa dimensione/formato, mi sono ritagliato nel cartoncino una serie di “mascherine” proporzionate alle misure delle tele che prediligo e, ponendomi sopra alla foto con queste mascherine, decido l’inquadratura che preferisco e, di conseguenza, anche le dimensioni della tela.
In verità vorrei utilizzare sempre più tele sempre di maggiori dimensioni, ma sono bloccato dalla logistica: non ho alcun dubbio che il mio lavoro sarebbe ancora più efficace nel momento in cui mi dessi anche questa opportunità…
Il passo successivo, dopo la stesura del fondo bianco (che serve innanzi tutto a risparmiare colori…), è quello di decidere con quali materie costruire l’opera: la mia ricca collezione di sabbie e le segature di diversa granulometria sono le preferite.
La segatura mi consente di rendere al meglio tutta una serie di situazioni: la neve, le foglie secche, le chiome degli alberi e tutto ciò che si definisce organico in natura; in pratica però la segatura è una, solo diversamente setacciata ed è lei che permette di accentuare la terza dimensione, soprattutto nei miei paesaggi.
Le sabbie invece, soprattutto se raccolte sul posto ove ho scattato la/le foto, le uso per simulare rocce e scogli e quanto d’altro si può definire inorganico.
Naturalmente ci sono anche altri materiali nei numerosi cassetti e cassettini del mio studio: argille di diversi colori (e quindi composizione chimica), fili di rame (da usarsi per …dipingere le linee elettriche di cui è troppo ricco il paesaggio italiano), filo da cucire (ogni volta che c’è da aggiungere volume all’erba o al fogliame), i lustrini che le bambine mettono sul viso (per accentuare lo scintillio dell’acqua , liquida o solida che sia), pezzetti di stagnola o altro materiale “casalingo” (sempre laddove serva più volume o luce), cere, ghiaino, polvere di vetro colorato, legnetti, pezzi di paglia, gesso e polveri e terre di varia provenienza….e quant’altro mi risulti idoneo allo scopo.
E’ del tutto evidente che maggiore è la gamma di materiali che uso in una tela, più lunghi diventano i tempi di produzione, perchè non mi posso permettere di dipingere un cielo di soli colori e subito sotto una collina colorata e di segatura: inevitabilmente questa andrebbe a sporcare l’azzurro…
Le mie tele quindi diventano una sorta di mosaico i cui pezzi sono costruiti in tempi anche molto distanti tra loro, ma ciò che conta è, in ogni caso, il risultato finale.
Se poi qualcuno la vuol definire pittura materica o arte povera o pittura organica o tridimensionale o con qualsiasi altro termine e aggettivo, è libero di pensarla come vuole: io, dopo 15 anni di ricerca in questa direzione, non solo non saprei fare diversamente (e quindi continuerò così e di più), ma posso garantire che nessun acquirente si è mai lamentato di ritrovarsi sabbia o segatura sul tappeto. Perchè il metodo è collaudato e funziona nel tempo.
Quanto alla polvere che si infilasse tra un pezzo di segatura e l’altra, un buon asciugacapelli basta per la pulizia…
Alla fine, quanto il tutto è ben asciutto, una bella mano di vernice finale o Damar, spray o pennellabile, secondo la superficie: liquida se c’è da “lucidare” l’acqua immobile o con lieve moto ondoso, spruzzata se invece la luce deve risaltare dalle masse di altra natura.
Con ciò credo di aver svelato (quasi) tutti i miei segreti.
Più avanti, quando lo studio e la sperimentazione saranno finiti ( e con successo) racconterò dei lavori “altri” oltre alle tele, anche se negli ultimi 2 anni ho già esposto qualcosa di nuovo e diverso: oggi però non vorrei annoiare ulteriormente.
In ogni caso, che si sappia, non mi sono posto limiti, perciò, che siano foto o sculture o plastici o fiori variamente trattati o quant’altro, ne avrete notizia, perchè, se è vero che “tutto è arte”, l’importante però è che dia emozioni.
Anche per questo non troverete la mia firma sul “davanti”, perchè l’opera deve piacere per quello che è e da, non per la firma di chi l’ha realizzata…………
Grazie per l’attenzione.

30.08.2010 ::: Frammenti di verde e d’altrove. Il manifesto della mostra

Dopo qualche anno di assenza ritorno a scrivere un “manifesto” di introduzione ad una mia personale. E’ una scelta voluta, ma anche una risposta ad alcuni visitatori abituali, che, nel tempo, mi hanno posto una serie di domande alle quali non ho avuto fin qui il tempo di rispondere. Ecco i motivi di queste brevi note che ho iniziato a rendere pubbliche nel ’97, tre anni dopo la decisione di mettermi a lavorare coi colori in modo organico e ad esporre con altrettanta regolarità.
Per questioni diverse non voglio tornare troppo indietro nel tempo, limitandomi alla scorsa estate. E’ ben vero che negli ultimi anni ci sono stati incontri importanti, letture illuminanti, visite a mostre istruttive, ma il momento più importante è del luglio 2009. Quando sono entrato per la prima volta in questo ex cinema abbandonato e devastato dal tempo, ma soprattutto dagli uomini, dopo aver visto il disastro ho chiuso gli occhi ed ho “visto” ciò che sarebbe diventato, cioè quello che anche voi oggi potete vedere. E’ stato un mese di lavoro coi miei figli, tre camionate di macerie portate via, non un soldo di finanziamento pubblico (anche per non dover dipendere poi dalle grazie dell’assessore di turno), non uno sponsor privato, invano cercato. Il risultato, apprezzato dai più, invidiato da molti, è oggi a disposizione di chiunque abbia qualcosa da mostrare: per quanto mi riguarda, mi riservo una personale all’anno, come sempre, da quando ho iniziato. Lo considero quindi una delle mie opere migliori, realizzata “evitando coloro che cercano di sminuire le vostre ambizioni”, un sogno diventato realtà. E sono orgoglioso di aver dato alla mia città questa risorsa, di aver contribuito a non perdere definitivamente un altro pezzo di memoria. Ho la presunzione di essere stato “ispirato”, in questa impresa, così come in molte delle opere che qui vedete esposte: già l’anno scorso, sul registro delle firme, la parola più frequentemente scritta dai visitatori era “emozioni”. Ma sono anche arrivato a credere che “non vi è alcun limite a ciò che voglio creare”. “L’ispirazione non è quel che riceviamo in cambio di quanto facciamo, è ciò che mettiamo nelle nostre azioni”; “l’uomo è un ruscello la cui sorgente è nascosta”; “tornate alla semplicità della Natura”; “siamo tutti maestri e ciò che insegniamo è ciò che impariamo”; “qualcuno o qualcosa è responsabile della continua creazione di cui sono testimone attraverso i miei sensi”; “nulla succede per caso”…
Tutte le frasi “virgolettate” sono ovviamente citazioni dalle letture più recenti, ma le ho fatte tutte mie perché a questo punto del mio cammino sono arrivato. La montagna è ancora alta, la fatica più intensa, ma non ho più alcun dubbio sul mio dover andare avanti, pagandone tutti i prezzi che un simile percorso comporta. Lungo la strada che mi è stata data da percorrere, per vedere e mostrare le cose belle che incontro, mi è capitato di avere dei compagni di viaggio: i tratti sono stati differenti, a volte molto brevi, altre più lunghi e intensi…e qualcuno ha deciso di chiamarmi Maestro: sapesse quanto ho ancora da imparare… Spesso mi trovo solo, ma deve succedere anche questo, perché non puoi pensare di cambiare gli altri, né di pretendere ti assomiglino: ognuno ha almeno una missione da compiere transitando su questo pianeta… I fiori, le piante, prima ancora degli animali, sono arrivati qui e ci consentono di vivere, al meglio delle nostre possibilità: mi limito ad osservare, reinterpretare, mostrare, nel mio modesto ruolo di divulgatore. Sono convinto di dover svolgere questo compito senza prendere in giro nessuno: le opere esposte possono piacere o meno, non pretendo l’unanimità dei consensi, mi piace pensare di dare piacere a qualcuno, o, almeno, vedere un sorriso. Colori, sabbia, segatura, carta sono solo strumenti: sono i vostri occhi, la mente, il cuore che devono decidere se valeva la pena di arrivare fin qui e ora. Starò anche ad ascoltare: infatti ci sono state date due orecchie ed una bocca sola. A volte, il silenzio serve più di tanti rumori inutili. Spesso, soprattutto in tempi di notizie urlate o cancellate, è meglio limitarsi ad osservare. Come facevo da bambino, come vorrei continuare a fare, finché ne avrò il tempo

30.08.2010 ::: Dal libro dei visitatori 2010

Nel libro dei visitatori della mostra che ho chiuso il 30 agosto 2010 ho trovato scritto:

….l’Arte, quindi la pittura, è il luogo della perfetta libertà. Giancarlo non intende replicare la realtà, quanto rappresentarla proponendo immagini che esprimono un infinito potenziale visionario. La sua pittura è dunque essenzialmente creazione e testimonianza che crea il mondo e lo rende visibile a sé e agli altri. Il suo è un amalgamare i preziosi colori per una tela troppo limitata, perché le emozioni trasbordano in uno spazio che non deve avere confini…

…c’è sempre qualche novità che emoziona e stupisce…anno dopo anno.

…siamo lucidati gli occhi. Grazie!

…un viaggio nel “bello”. Grazie per l’opportunità.

…quanti originali suggerimenti e quanto proficuo lavoro.

…sei la mia disperazione!! nel senso che sono piena di ammirazione per la tua personale capacità di creare quello che vedi. E ‘ tuo, solamente tuo e il miracolo avviene quando lo trasmetti a chi guarda le tue opere. Grazie per darci queste emozioni che ogni volta mi riempiono di stupore e ammirazione!

…la capacità di vedere e creare l’essenza…ciò che appare semplice, ma è prima di tutto superiore!

…l’anima si riempie di gioia e vibra avvolta da un’onda d’amore che conduce e trasporta lungo il sentiero…della vita attraverso la natura. Grazie per questa splendida condivisione.

…i complimenti sono ovvi perché le tue opere sono bellissime, ma il tuo “manifesto” è tra le cose più belle e toccanti che abbia letto e sarà fondamentale nel mio, di percorso…si : è valsa la pena di arrivare fin qui e ora. Grazie

….sono passato tante di quelle volte qui davanti senza fermarmi….sono contento che oggi sia andata diversamente. Stupendo, le opere, il fatto che un posto come questo esista. Grazie

…in particolare la luce e la profondità che sei riuscito a dare..

…la luce dentro.

…oggi ci siamo fatti un bel regalo, incontrando la tua pittura.

…grazie per l’emozione vissuta.

…risvegli molte curiosità, sia sui soggetti che sulle tecniche utilizzate. Molto coinvolgente. Bellissimi paesaggi, ricordano quelli visti dal vivo, anche come impressioni.

….è sempre piacevole e ogni volta una felice sorpresa.

mi hai trasmesso la profonda consapevolezza di essere tutt’uno con la Natura e quindi con la Creazione. Non è però un concetto Michelangiolesco quello che si percepisce, ovvero “scintillio di vita”, ma piuttosto la ricerca atavica di radici che ogni creatura vivente porta dentro di sé.
Hai in sostanza rappresentato e anche riassunto la Madre Terra, la sua capacità unica di dare la vita e il più bel fiore, il più bel frutto, la più bella e completa creatura che abbia partorito e nutrito, ovvero “l’uomo” la ringrazia dal profondo , offrendole il suo con-tributo….
bravo, complimenti, sei riuscito a sintetizzare il molteplice rendendolo “uno” e da quell’ uno sei riuscito nuovamente ad esaltare il molteplice…
questa è anche una grande lezione di spiritualità, oltre che di arte e creatività…ma del resto,
quando l’arte parte dal cuore e dalla mente e viaggia all’unisono con l’essere nella sua interezza
diventa anche spiritualità e si con-fonde col divino, quello che c’è in ognuno di noi.

12.09.2009 ::: Dal libro dei visitatori

Nel libro dei visitatori della mostra che ho chiuso il 30 agosto ho trovato scritto:

… quando si vede una cosa bella, vuol dire che qualcuno ci ha pensato molto tempo prima

… in una città che ha perso i tratti caratteristici che furono, recuperare un segno del passato, come questo stabile, può l’inizio della fine di un’apnea

… un’emozione fortissima, non sarei più uscita

… in questa cornice da sogno, dove i tuoi sforzi hanno preso forma, l’incanto è accentuato dalla magia dei tuoi colori

… non bastano le parole

… i fiori…che poesia

… l’attesa era grande ma è stata ben ripagata

… alcuni quadri sono talmente veri che ci sembra di esserci dentro

… colore e materia si incrociano amabilmente sprigionando sensazioni. “cornice” perfetta

… riproporre ciò che ci circonda agli altri tramite la propria arte significa non solo permettere loro di godere delle stesse immagini che ci hanno incantati, ma anche delle stesse emozioni che ci hanno fatto crescere

… la natura regala una’arte perfetta nella sua armonia. grazie per averla colta e volerla condividere

… può una mostra commuovere? direi proprio di si ! l’arte, quella vera, può tutto ! la scelta dei colori e dei materiali ha saputo dare anima e forza ad ogni opera

… quando sei arrivato alla fine, devi ritornare a riguardarli tutti

… l’uomo dei colori può trascinarti su smarriti Crono, ma ha ali di Mercurio illese che sanno salvare sempre

… raccontano la serenità dello scorrere della vita

… forza, coraggio, sensibilità, amore. tutte emozioni percettibili stante la tua espressione artistica

… ha presente il sole mezz’ora prima del tramonto, quando ancora non ha il fuoco triste della morte, ma finalmente ha perso l’arroganza dello sguardo. Il sole che non ammazza l’ombra, ma la proietta lunga e morbida come un accompagnamento. Ecco, lei deve essere così, quasi a sembrar vivere perennemente in quella mezz’ora sospesa, gli occhi che guardano lontano e intiepidiscono le cose

… Henry Miller disse una volta: “dipingi per dare piacere e morirai felice”. Tu puoi farlo, pittore-giardiniere, per te l’esistenza è scorrimento, la superficie profondità, la natura uno spettacolo in gestazione permanente, senza origine nè fine

12.09.2009 ::: I bilanci si fanno alla fine

Domenica 30, dopo una proroga di una settimana decisa dal costante afflusso di visitatori e da precise richieste in tal senso, ho chiuso la mia prima personale che ha inaugurato il nuovo spazio espositivo che abbiamo realizzato nell’ex cinema moderno.
E’ quindi il momento di fare un bilancio di questa esperienza: tutti gli “indicatori” che si prendono in considerazione in questi casi sono certamente positivi, al punto di poter dire che “è stata la più bella mostra” degli ultimi 15 anni.
Il riferimento “storico” non è casuale perchè nell’intenzione espressa al momento di iniziare, questa esposizione voleva appunto “celebrare” i miei 15 anni di carriera espositiva. unanimi sono stati i consensi, soprattutto da parte del pubblico: in particolare devo sottolineare l’interesse suscitato nelle donne. Anche a giudicare da ciò che molte di loro hanno lasciato scritto nel registro delle firme. Oltre a ciò che hanno “osato” dirmi di persona. E’ questa una conferma di sensazioni già vissute, ma anche di osservazioni recepite nel tempo: ci dev’essere senz’altro nella mia arte qualcosa di femminino o che attira le fanciulle. Senza scomodare la psicanalisi è chiaro che la mia sensibilità, nel tempo, è diventata maggiore, migliore e ciò sempre più traspare dall’uso che faccio dei colori, dalla scelta dei soggetti e, paradossalmente magari, anche dalla materia.
Dopotutto si tratta spesso di materie che hanno a che fare con la madre terra, con ciò che è all’origine della vita: sabbia, argilla, segatura di legno. Penso proprio che sia il caso di continuare su questa strada.
Nelle prime mostre chiedevo spesso ai visitatori se potevo/dovevo continuare. oggi, dopo questa esaltante esperienza non ho più dubbi.
In uno dei rari momenti di pausa ho già posto le basi per i lavori del prossimo autunno/inverno: anzi, grazie alla disponibilità del nuovo studio, in fondo al giardino, penso proprio che riuscirò ad iniziare già in settembre le nuove opere. Anche perchè, se cresce la domanda, l’offerta si deve adeguare. e poi più si va avanti più diminuisce la luce naturale. Quella che spesso è mancata negli anni passati, in mezzo a quelle montagne dove vivo buona parte del mio tempo. Poichè sono un eterno insoddisfatto ora vorrei un “lancio” che mi permetta di uscire dall’ambito locale, ma mi rendo conto che ciò comporta investimenti e fatiche che da solo non sono certo in grado di sostenere: perciò concludo questo “bilancio” con un appello a chi mi legge.
Datemi spazio e tempo e vedrete di cosa sono capace. Ma datemi anche qualche “giusta dritta”, soprattutto se vi siete emozionati/e nel vedere le mie opere, così come mi sono emozionato io nel realizzarle, per me, ma anche per voi che mi volete bene. Così come io ne voglio a voi. Se no non mi sarei messo a scrivere tutte queste righe. Sarebbe bastato dire: grande successo e lo spettacolo deve continuare.

10.08.2009 ::: Una nuova avventura

8 agosto 2009. Oggi ho/è iniziata una nuova avventura. Dopo settimane di intenso lavoro artigiano ho inaugurato (con tanta gente) la mia personale del 2009, nella nuova sala che abbiamo restituito alla città.
Il consenso (e lo stupore) dei visitatori è stato unanime. ora si tratta di farla conoscere.
L’ex cinema Moderno è in centro, non sul “solito” lungolago, in via Martiri della Libertà 36, strada perpendicolare alle due principali vie di attraversamento di Arona, sulla direttrice nord-sud.
Non ho ancora misurato quanti siano i metri quadri, nè i metri lineari utili per esporre, ma di fatto ci sono 4 sale a disposizione, che comunicano facilmente tra loro, anche se non separabili fisicamente.
L’ambiente è stato decorosamente “restaurato”, cercando di “riciclare” quanto più possibile i materiali e le strutture esistenti.
Il risultato è, sentiti più pareri, decisamente interessante.
Da vedere.
E utilizzare per ogni immaginabile motivo di esposizione.
Così come è da vedere la mia mostra in cui, oltre ad una quarantina di opere (14 dell’anno in corso), presento diverse decine di foto di fiori, con tutta la progettualità che ci sta dietro.
Un’altra “AZIONE PITTORICA” che segue il mio continuo lavoro ,con un altro paio di novità, sempre nella ricerca di forme diverse di espressione artistica.

Le mie opere

Tutto il mio lavoro,
anno per anno ...

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Inizio: 31/08/2019
Fine: 15/09/2019

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